COLLECTION
DE
L'ÉCOLE
193
FRANfAISE
DE
ROME
EPIGRAFÍA
DELLA PRODUZIONE
E DELLA DISTRIBUZIONE
Actes de la Vlle Rencontre franco-italienne
sur l'épigraphie du monde romain
organisée par l'Université de Roma - La Sapienza
et l'École francaise de Rome
sous le patronage de l'Association internationale
d'épigraphie grecque et latine
Rome, 5-6 juin 1992
EXTRAIT
UNIVERSITÁ DI ROMA-LA SAPIENZA ÉCOLE FRANCAISE DE ROME
ROME
1994
GIULIA BARATÍA
BOLLI SU BOTTI
Le botti costituiscono una classe di materiale cui in passato é
stata attribuita una scarsa importanza. Di conseguenza non ne sonó
stati favoriti né lo studio né la pubblicazione che risulta spesso affrettata e soprattutto lacunosa. Infatti non poche volte mancano o
sonó incomplete le indicazioni sul preciso contesto del rinvenimento, sullo stato di conservazione, sulle dimensioni, sulla collocazione
dei bolli e sul tipo di legno usato1.
I ritrovamenti, circa centoventi, awenuti in Scozia, in Gran Bretagna e soprattutto lungo il corso del Reno, del Danubio e del Ródano (fig. n° 1) confermano la testimonianza di Plinio che ritiene la
botte un recipiente per la conservazione del vino2 caratteristico delle
regioni d'oltralpe. Dai luoghi di rinvenimento si deduce che le botti
oltre ad essere state úsate per conservare il vino, lo erano anche per
il suo trasporto, via acqua e via térra, come del resto testimoniano
numerosi rilievi3.
Quasi tutte le botti sonó state rinvenute in condizioni di riutilizzo all'interno di pozzi per i quali rungevano da rivestimento. L'am-
1 Determinando il tipo di legno usato per la costruzione di una botte é possibile risalire al luogo di produzione del legname che non coincide necessarianiente con quello di produzione della botte stessa. A tale proposito vedi ad. es.
Ed. Frison, Examen anatomique des bois du puits romain n" 1 de Harelbeke, in Latomus, 20, 1961, p. 800-805; M. Hopf, Einige Bemerkungen zu rómerzeitlichen Fassem, in JRGZ, 14, p. 212-216.
2 Plin., Nat. Hist., XIV, 132, Magna et collecto iam vino differentia
in cáelo.
Circa Alpes ligneis vasis condunt circulisque cingunt atque etiam hieme gélida ignibus rigorem arcent
Per quanto concerne le analisi chimiche cfr. J. Vierin,
Ch. Leva, Un puits a tonneau romain avec sigles et graffiti a Harelbeke, in Latomus,
20, 1961, p. 776-780; M. Hopf, op. cit., p. 215.
3 Monumenti e rilievi raffiguranti questo soggetto sonó numerosi. Tra i piü
noti vanno cítate le famose navi di Neumagen adibite al trasporto di botti,
H. Cüppers, in 2000 Jahre Weinkultur an Mosel-Saar-Ruwer, Trier, 1987, p. 114,
n° 50; p. 115, n° 51; il frammento di uno stampo di terracotta, proveniente da Treviri e recante al negativo l'iinmagine di una barca con tre marinai ed un carleo di
due botti a bordo, W. Binsfeld, ibid., p. 116-117, n° 53; ed un rilievo da Langres
raffigurante una scena di trasporto di botte su carro, M. Molin, Quelque considération sur le charíot des vendanges de Langres, in Gallia, 42, 1984, p. 97-114.
556
GIULIA BARATTA
Fig. 1 - Carlina di distribuzione dei luoghi ove sonó state rinvenute delle botti.
1 Bar HUÍ
x
25 Kaiser Augsl
2 Newstead
26 Windisch
3 Colchester
27 Vitudurwn
4 London
x
28 Avenches
5 Silchester
x
29 Risslissen
6 Haverfield
30 Regensburg
7 Velsen
31 Carnunlum
8 Katwijk a. Zee
32 Budapest
x
9 Rijswijk
x
33 Aardenburg
10 Valkenburg =
x
34 Harelbeke
(11 Voorburg)
35 Bavai
12 Arenlsburg
x
36 Champallement
13 Vechlen
x
37 Rouen
14 Druten
38 La Chappelle-Vaupelteigne
15 Nimwegen
x
39 Alesia
16 Woerd de Ressen
40 Rézé
x
17 Oberaden
x
41 Blain
18 Neuss
42 Lyon
x
19 Saalburg
x
43 Vienne
20 Mainz
44 Grenoble
21 Worms
45 Lattes
22 Rheingónheim
x
46 Fos-sur-Mer
23 Rheinzabern
47 Fréjus
24 Strasbourg
1. Con la x sonó indicati i luoghi ove sonó state rinvenute botti iscrilte.
I luoghi di rinvenimento qui riportali sonó quelli citati da Ulbert e Desbat.
Vedi di seguito nota n° 4 e nota n° 6.
BOLLI SU BOTTI
557
biente umido ed il costante contatto con l'acqua ne hanno in tal modo permesso il mantenimento. In molti casi l'altezza consérvala é tale da permettere di ricostruire le dimensioni originarie delle botti
che potevano anche raggiungere i 2 m di altezza per un diámetro di
0,80 m - 1,10 ni.
Le botti gallo-romane sonó composte da un numero variabile di
doghe, tenute insieme da numerosi cerchi realizzati in legno flessibile4. Presentano uno zaffo in posizione céntrale, circa nel punto di
massimo diámetro, talvolta affiancato da uno o due piccoli fori. All'interno, ad alcuni centimetri da ciascuna estremitá, corre un incavo in cui vanno collocati i fondi. Purtroppo questi, con la sola eccezione di tre esemplari rinvenuti a Vitudurum, di due rinvenuti nella
Saalburg5 ed uno a Strasburgo sonó stati tutti rimossi nel momento
in cui le botti sonó state riutilizzate.
Le botti, come evidenza archeologica, coprono un arco cronológico che va dal I secólo d. C. al III secólo d. C. Le datazioni sonó per
lo piú falte sulla base dell'altro materiale presente nei pozzi6. La datazione piú alta trova riscontro, oltre che nel succitato passo di Plinio, in alcuni documenti figurati. Per quanto concerne Tarea della
Mosella va citato un blocco proveniente da Treviri, decóralo sul lato
principale da un rilievo raffigurante un tralcio di vite, un uomo, una
botte ed un fregio a spirali. In base alia tipología del fregio il monumento é stato datato alia prima meta - meta del I secólo d. C.7. Sem-
4 Cfr. G. Ulbert, Rómische Holzfásser aus Regensburg, in Bayerische Vorgeschichtsblatter, 24, 1959, p. 17-24 e la bibliografía citata; R. Clerici, Rómische
Holzfásser aus Vitudurum, in HA, 14, 1983, p. 17; M. Hopf, op. cit., p. 212-214.
5 Per quanto concerne le botti di Vitudurum vedi R. Clerici, op. cit., p. 14-23;
per quelle rinvenute nella Saalburg vedi L. Jacobi, Das Rómerkastell Saalburg bei
Homburg vor der Hóhe, Homburg v. d. H., 1897, p. 160, n° 12; p. 163, n° 8, per l'esemplare di Strasburgo R. Forrer, Strasbourg-Argentorate, Strasbourg 1927,
p. 412.
6 Per avere un quadro genérale cfr. la lista di botti redatta da G. Ulbert, op.
cit., p. 17-24 in cui sonó riportati i principali dati relativi ai singoli esemplari. Vedi anche il recente l'articolo di A. Desbat, Un bouchon de bois du I" s. aprés J.-C.
recueilli dans la Saóne á Lyon et la question du tonneau d l'époque romaine, in Gallia, 48, 1991, pp. 319-336.
7 Cfr. P. Varene, Autres blocs d'Alésia á décor en spirales, in RAE, 23, 1972,
p. 101-118 ed in particolare p. 115; W. Binsfeld, op. cit., p. 93, n° 19 e la bibliografía citata.
Durante la correzione delle bozze il Dott. Lothar Schwinden del Rheinisches
Landesmuseum di Treviri mi ha gentilmente comunicato una sua recente osservazione su questo rilievo. Il blocco di calcare in questione presenta i resti di una
decorazione precedente. Si tratta di un fregio d'armi databile alia fine del I secólo
d. C. o piü probabilmente alia meta del II secólo d. C. Perianto per il rilievo raffigurante l'uomo con la botte ed il tralcio di vite va esclusa una datazione al I secólo d. C.
558
GIULIA BARATTA
pre al I secólo d. C., in base ai caratteri stilistici, é stata datata anche
una gemina consérvala a Coblenza, su cui sonó incise una scena di
vendemmia ed una di pigiatura dell'uva e tra queste, a sinistra, una
botte e, a destra, due grandi grappoli d'uva8. Da Merida, invece, proviene una stele, anch'essa del I secólo d. C., raffigurante un uomo
che attinge del liquido da una botte9. A Novae é stata rinvenuta una
stele funeraria di un negotiator sulla quale é raffigurata una botte,
che verosímilmente va datata alia stessa época10.
Le botti sonó spesso iscritte : su circa 120 ritrovamenti, infatti,
40 recano tracce di bollo o granito. Si riproponé dunque anche per
questa classe di materiale la necessitá di individuare il significato
deH'iscrizione, la sua relazione con il contenitore ed il contenuto ed
infine di capire a quale fase della produzione si riferisca.
La documentazione epigráfica relativa a questi contenitori é di
tre tipi : bolli impressi a fuoco o applicati a pressione e graffiti. I primi sonó ottenuti imprimiendo un punzone arroventato sul legno. I
secondi imprimendo con forza sulle doghe, ad. es. a colpi di martello, il bollo precedentemente creato in rilievo su di una matrice11. Gli
ultimi incidendo il legno con uno strumento appuntito. Le tipologie
dei bolli e dei graffiti non presentano differenze sostanziali.
I bolli e i graffiti sonó distribuiti su tutto il corpo delle botti sia
all'interno che all'esterno.
Le iscrizioni piú frequenti sonó quelle esterne. Si tratta sia di
bolli impressi a fuoco o applicati a pressione che di graffiti. Essi presentano piü tipologie di sigle. Compaiono infatti :
a) Nomi singoli al nominativo (1.; 6.)12 che sottintendendo un
fecit possono riferirsi a chi materialmente ha costruito la botte.
b) Sigle di tria nomina (8.2; 19.)
c) Sigle diprenomen e nomen o cognomen (7.2; 8.1)
d) Sigle o singóle lettere il cui significato non sempre é chiaro. Indicativo é il caso di una botte di Silchester (4.1-4.17) dove ben
17 su un totale di 18 doghe presentano a ciascuna estremitá una lettera graffita13.
8 G. Pfalz-Horster, Die antiken Gemmen im Rheinischen Landesmuseum
Bonn, Bonn, 1984, p. 106, n° 111, tav. 29.
9 A. García y Bellido, Esculturas romanas de Espagna y Portugal, Madrid,
1949, p. 317-318, n° 324; p. 254, n° 324.
10 J. Kolendo, Étude sur les inscriptions de Novae, in Archeologia, 16, 1965,
pp. 132-138.
11 Per quanto concerne i rinvenimenti di punzoni sia per la bollatura a fuoco
che a pressione e la loro distribuzione vedi da ultimo A. Desbat, op. cit., p. 327328 e nota n° 15. Pur non essendo certo che i suddetti punzoni siano serviti per la
bollatura di botti Tarea della loro distribuzione corrisponde a quella delle botti.
121 numeri tra parentesi si riferiscono alia tabella allégala.
13 Cfr. W. H. St. Hope, G. E. Fox, Excavation on the Site ofthe Román City at
BOLLI SU BOTTI
559
e) Sigle con valore amministrativo. É il caso di due botti rinvenute a Budapest che recano entrambe la sigla IMMUNÉ INR VAL
LEG II AD (31; 35*). Lo scioglimento proposto é «.immune in r(ationem) val(etudinarü) leg(ionis) II Ad(iutrici)»14.
Nel contesto dei bolli esterni va fatto un accenno particolare a
quelli che si trovano direttamente sullo zaffo e che sonó esclusivaniente del tipo impresso a fuoco (26.1; 26.2; 32.1; 33.1). Essi hanno il
valore di veri e propri sigilli e con qualche probabilitá potrebbero riferirsi al produttore del contenuto o al commerciante15. Altri infatti
Fig. 2-3 - Bollo impresso a fuoco sullo zaffo della
botte rinvenuta a Regensburg. Tratto da : G. ULBERT, Rómische Holzfasser aus Regensburg, in Bayerische Vorgeschichtsblatter, 24, 1959, p. 8, fig. 3.
(2:3).
Silchester, Hants in 1887, inArchaeologia, 56, 1889, p. 121-123, che seppure inclini
ad interpretare queste lettere come appartenenti ad un alfabeto, accennano alia
possibilitá di leggere le ultime come Lepid(o)cos.
14 B. Kuzsinszky, A Gázgyárí mómai fazekastelep Aquincumban, in Budapest
Régiségei, 11, 1932, p. 76-87; G. Parragi, Romerzeit-Budapest III, in Archaeologiai
Ertesito, 85, 1958, p. 203; Ulbert, op. cit., p. 23-24 e 29.
15II bollo sullo zaffo o comunque sulle aperture della botte ha sicuramente
affinitá con quelli che si trovano sui tappi delle anfore che in molti casi sonó in
relazione con i commercianti. Su questo interessante problema cfr. A. Hesnard,
560
GIULIA BARATTA
non hanno interesse a sigillare il contenuto della botte e per di piú
sulle sue aperture. Un esempio interessante é offerto dalla botte rinvenuta in un pozzo a Regensburg16 (fíg. n° 2; 3). Lo zaffo, nel quale é
ancora inserito il tappo, é sigillato con il bollo L.I.MATV (26.2). Si
tratta dell'abbreviazione di tria nomina ed il cognomen é di origine
céltica17. La stessa botte a poca distanza dallo zaffo presenta lo spillo
sigillato con la sigla P.L.A. seguita da un símbolo (26.1). Anche in
questo caso deve trattarsi dell'abbreviazione di tria nomina da cui si
deduce che il personaggio in questione, come del resto quello precedente, é un ingenuo o un liberto. Meno chiaro'é il significato del
simbolo che segué il nome. É interessante notare che lo zaffo e la
presa dell'aria recano bolli con nomi diversi18.
Ugualmente interessanti sonó i bolli e i graffiti applicati sui fondi19 (27.1 - 29.4). La quasi totale perdita di questi ultimi comporta sicuramente la mancanza di dati importanti. II fondo infatti oltre ad
avere una superficie piaña, particularmente adatta a fungere da supporto per delle iscrizioni, é anche la parte piú in vista di una botte
poiché questa si trasporta o si conserva adagiandola sulle doghe e
sui cerchi. I fondi dunque dovevano essere ricchi di informazioni
particularmente circa il contenuto, la sua provenienza, il produttore
e il proprietario.
Numeróse altre documentazioni epigrafiche si trovano all'interno delle botti e per la loro posizione é plausibile ritenere che si riferiscano ai fabbricanti dell'oggetto. Ció non esclude la possibilitá che
i bottai apponessero le loro sigle anche alFesterno come si desume
da una botte di Arentsburg in cui il bollo CGS (8.2; 8.4) ricorre due
volte all'interno ed una volta aH'esterno20. Queste iscrizioni sonó per-
P. Gianfrotta, Les bouchons d'amphore en pouzzolane, in Amphores romaines et
histoire économique : dix ans de recherche (Collection de l'École francaise de Ronie,
114), 1989, p. 397-405.
A Lione é stato rinvenuto un tappo di botte in un eolio d'anfora di I secólo,
cfr. A. Desbat, op. cit., p. 319-324 (36.). Altri ritrovamenti di analoghi tappi in legno si sonó avuti a Londra, D. Jones, Excavation at Billingsgate 'Triangle'. Lower
Thames Street, London 1974, p. 131, fig. 73 ed a Rézé, J. Bousquet, Informations
archéologiques, Circonscription de Rennes, in Gallia, 23, 1965, p. 335 (36.1-36.3).
16 G. Ulbert, op. cit., p. 6-9. Qui é anche esaminato un graffito di difficile interpretazione che si trova aH'interno della botte : caví alias conv[- - -Jorcaste.
" 'Matu' é una particella che compare spesso in nomi di origine céltica; deriva da 'Math' che significa 'orso'. Cfr. D. Ellis Ewans, Gaulisch Personal Ñames,
Oxford, 1967, p. 228-232.
18 Ritengo che i due bolli siano contemporanei poiché é molto improbabile
che si sia riutilizzata la botte senza rimuovere uno dei due tappi.
19 R. Clerici, op. cit., p. 14-24.
20 J. H. Holwerda, Arentsburg een romeinsch militair vloostation bij Voorburg,
Leiden, 1923, p. 152 e G. Ulbert, op. cit., p. 19.
03
O
C/J
tu
o
Fig. 4 - La botte di Harelbeke. Tratto da : J. VIERIN, Ch. LEVA, Un puits á tonneau romain avec sigles et graffiti á Harelbeke, in Latomus,
20, 1961, tav. XXIX.
t_n
O
562
GIULIA BARATTA
lopiú impresse a fuoco anche se non mancano quelle applicate a
pressione; in alcuni casi si tratta di graffiti. Sólitamente esse fanno
riferimento a tria nomina (3.; 8.7; 9.1 - 9.3; 14.*; 15.*; 21.1; 21.3; 25.1)
quasi sempre abbreviati alia sola iniziale, o ad un prenomen seguito
da un gentilizio o da un cognomen (12.*; 21.6; 24.5; 25.2; 25.3). In
una botte rinvenuta a Rheingónheim sonó impressi a fuoco quattro
nomi individual! differenti per esteso, in genitivo (24.1 - 24.4)21.
II caso piú significativo é quello di una botte rinvenuta a Harelbeke22 al cui interno si trovano dei bolli, é incerto se impressi a fuoco o applicati a pressione, e dei graffiti (21.1 - 21.8) (fig. n° 4). Va sottolineato che la botte si compone di doghe di due differenti tipi di legno. Infatti sei sonó di larix decidua e dodici di abies alba il che fa
supporre che in un determinato momento la botte sia stata riparata.
I bolli CTC, TC, L.SEV compaiono su doghe di larix decidua mentre
MGAV, TCL.GP e TER.STEV23 sonó attestati su doghe in abies alba.
II graffito VITALIS, infine, compare su una doga in larix decidua e
su due di abies alba da cui si desume che debba essere posteriore ai
succitati bolli e che si riferisca a chi per ultimo ha messo mano alia
botte.
Purtroppo alio stato attuale delle conoscenze non é possibile daré delle risposte sicure alie problematiche che questo materiale
iscritto pone. Si possono, pero, avanzare delle ipotesi in base alia
técnica, alia tipologia e alia posizione del bollo. Se ne deduce che
piü categorie di persone, quali il bottaio (inteso sia come autore materiale dell'oggetto che come gestore/proprietario della bottega), il
produttore del contenuto, il commerciante, gli amministratori e forse in qualche modo anche il fornitore del legname, hanno avuto interesse alia bollatura delle botti.
Giulia BARATTA
21 A. Riese, Das rheinische Germanien in den antiken Inschriften,
LeipzigBerlin, 1914, p. 452, n° 4631 a; F. Sprater, Die Pfalz unter den Rómem, Speyer,
1930, 2a ed., p. 83; F. Bassermann-Jordán von, Der Weinbau der Pfalz im Altertum,
Speyer, 1947, p. 22; G. Ulbert, op. cu., p. 21.
22 R. Marcel, Note épigraphique sur les sigles et graffiti du tonneau romain de
Harelbeke, in Latomus, 20, 1961, p. 785-799; J. Vierin, Ch. Leva, op. cit., p. 759784; Ed. Frison, op. cit., p. 800-805; G. Ulbert. op. cit., p. 20.
23 M^Renard, op. cit., p. 791, indica la possibilitá di una parentela tra L.SEV
e TER.STEV.
563
BOLLI SU BOTTI
TABELLA l
LUOGO DI
RITROV.
N.
DATO EPIGR.
BAR-HILL
LONDON
1.
2.1
2.2
3.
4.1
IANVARIVS
T.C.PACA
C.P. +
T.C.PACA +
C.
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
k
R
SILCHESTER
4.7
4.8
4.9
4.10
4.11
4.12
4.13
4.14
4.15
4.16
4.17
ARENTSBURG
4.1
4.7
5.
6.
7.1
7.2
7.3
8.1
8.2
8.3
8.4
8.5
8.6
8.7
9.1
9.2
9.3
10.
11.1
11.2
11.3
RIJSWHK
FREQUENZA
POSIZIONE/
TÉCNICA
est/graf
S
int/fuoco
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
est/graf
GI
DO
est
est
f
Q
M
N
k
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C
L
II
P
1
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0
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SIL.R
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CGS
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CGS
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] TVICT
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MVC
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C
VTE.L
VTE.L; [
12.*
13.*
14.*
15.*
16.*
17.1
G.L
MC
17.2
ADVTV
17.3
C.C.B.
]C
C.S.AVt oppure S.S.AVt
C C.S.AVt oppure S.S.AVt
[
] ONES;[
]I [
] NIT
M. DVN
est/imp
est/graf
4 est/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
2 int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
est/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
est/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
est/fuoco
segué
564
LUOGO DI
RITROV.
VECHTEN
NIMWEGEN
HARELBEKE
GIULIA BARATTA
N.
DATO EPIGR.
18
19.
20.1
20.2
21.1
21.2
21.3
21.4
21.5
21.6
21.7
21.8
22.
23.
S.S.S.
CGM[
OBERADEN
SAALBURG
RHEINGÜNHEIM 24.1
24.2
24.3
24.4
24.5
25.1
25.2
25.3
26.1
REGENSBURG
26.2
VITUDURUM
27.1
27.2
27.3
28.1
28.2
29.1
29.2
29.3
29.4
RISSTISSEN
30.
BUDAPEST
31.
32.1
32.2
33.1*
33.1*
34.*
35.*
LYON
36>
RÉZÉ
37."
38.*
39.*
S[
BI[
CTC
TC
FREQUENZA
int
]
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R.S
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T.IVL.MVRRAN
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3 int/graf
fuoco
fuoco
7 int/fuoco
2 int/fuoco
2 int/fuoco
int/fuoco
int/fuoco
int/imp
int/imp
int/imp
est/fuoco0
est/fuoco0
est/fuoco
est/fuoco
est/graf
est/fuoco
est/graf
est/fuoco
est/fuoco
est/imp
est/graf
graf
est/fuoco
2 est/fuoco0
est/graf
2 est/fuoco0
est/fuoco0
graf
est/fuoco
fuoco
fuoco
fuoco
1 II primo numero si riferisce all'esemplare, il secondo alie doghe; l'asterisco indica i rinvenimenti di solé doghe e il triangolo quelli di soli tappi; il cerchietto indica la posizione del
bollo direttamente sullo zafío.
* Le trascrizioni dei bolli di Bar Hill, London, Nimwegen, Oberaden, Saalburg, Rheingónheim, Regensburg, Risstissen e Budapest sonó traite da G. Ulbert, op. cit., p. 17-24, di Silchester da W. H. St. H. Hope, G. E. Fox, op. cit., p. 122-123, di Arentsburg da J. H. Holwerda, op. cit., 151-152, di Rijswijk, da J. H. F. Bloemers, Bulletin van de Koninklijke Nederlandse oudheidkundige Bond, 68, 1969, p. 42, e 69, 1970, p. 37, di Vechten da J. Breuer, in
REA, 20, 1918, p. 250, di Harelbeke da R. Marcel, op. cit., p. 785, di Vitudurum da R. Clerici,
op. cit., p. 17, di Lyon da A. Debat, op. cit., p. 321, di Rézé da J. Bousquet, op. cit., p. 335.
BOLLI SU BOTTI
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APPENDICE
Come giá detto nel testo per la maggior parte deí bolli e dei graffiti pubblicati e qui ripresi non é possibile fornire indicazioni precise relative ai dati
di rinvenimento e conservazione e fare un atiento esame delle iscrizioni nel
loro insieme. Per alcuni é stato possibile proporre scioglimenti e riferimenti,
limitatamente all'onomastica, a personaggi conosciuti per altrí vie. (I numeri che seguono si riferiscono alia tabella allégala).
2.1; 2.2; 3. Sul fondo di una casseruola di bronzo rinvenuta nel 1927 a
Hederrenheim si trova la marca T(iti) Ceioni Pac(ati); cfr. AnnEpigr 1978,
n° 540. In PIR, II, 1936, n° 1030 é nominato un Cl(audius) Sollemnius Pac
(atianus).
21.6 Su una tegola di León si trova l'indicazione Ex oficinis L Severini;
cfr., AnnEpigr 1928, n° 171. Cfr. inoltre in PIR, V, 1970, n° 441 ed in CIL III
1786 l'iscrizione M. Lusi Se/veri. c.v./Modestus/lib. templum/ex. voto, res/tituit.
22. Nell'AnnEpigr, 1985, n° 455, compare nel catalogo delle marche di
tegole e mattoni raccolte nel museo della Bonifica (Cittanova, Eraclea Véneta), ü bollo [L(uci) Epidi?] Theodori. In PIR, III, 1978, n° 196 é menzionato
L. Epidius Titus Aquilinas.
24.3 II nome compare su un gradino di pietra del teatro di Pachten
(Saarlouis) reimpiegato in un fortino del tardo impero; vedi Cobnerti in AnnEpigr, 1978, n° 157. II nome compare altresi su molti esemplari di térra sigillata rinvenuta in Gran Bretagna, Francia, Germania. Vedi F. Oswald, Index of Potters' Stamps on Terra Sigillata, «samian ware», London, 1964.
28.1 A Colchester sonó stati trovati due sigilli da oculista : a) Q. luli
Murrani meli/num ad claritatem b) Q. luli Murrani stactu/m opoblasmatum
ad ca [l(iginem)]. Cfr. CIL VII 1311.
29.2 Cfr. Un epitaffio in marmo del IV secólo da Canosa, oggi purtroppo
perduto, dove é menzionato lulius Pacatus', M. Chelotti, R. Gaeta. V. Morizio ed altri, Le epigrafi romane di Canosa, Bari, 1985, p. 161, n° 147. Cfr. anche CIL IX 1575 dove é nominato il clarissimus vir C. lulius Pacatus.